Cronaca di una giornata in Bici – Passo delle Erbe – Rifugio Zannes

Cronaca di una giornata in Bici – Passo delle Erbe – Rifugio Zannes

Ho avuto occasione di fare un giro con Severino Antonello attraverso il Passo delle Erbe: è un giro che da tempo avevo pensato di fare e che solamente oggi ho provato dopo aver trovato una certa forma e convinzione per poter provare il percorso, ed  ecco la cronaca della giornata e del percorso effettuato.

Partiti di buonora da Cittadella alle ore 6,30 attraverso la Valsugana, e quindi da Trento in  Autostrada in direzione Bolzano, fino all’uscita di Chiusa, siamo sopraggiunti a Bressanone, dove, dopo un primo giro a vuoto abbiamo trovato un comodo parcheggio di fronte ad una Palestra ed a un parcheggio per Autobus ed auto.

Sistemate le Bici,  verso le 9,30 siamo partiti in direzione di Brunico lungo la SS del Brennero prima e della Val Pusteria dopo: la strada ha un unico tratto in leggera salita (3 – 4%) appena usciti da Bressanone, quindi prosegue  in modo undulato, in leggera salita verso Brunico.

Sono 33 km di strada ben tenuta con due piccole gallerie di 350 e 450 metri ottimamente illuminate, il cui unico limite sono il traffico: i rari camion ed anche in alcuni tratti le auto devono comunque attendere spesso la strada libera per poter effettuare i sorpassi. Dopo ore 1,10 siamo giunti a S. Lorenzo in Sebato (33 km in h 1,10 è una buona andatura) e da qui abbiamo imboccato la Val Badia: la strada sale leggermente per alcuni km, in una vallata decisamente stretta, su una strada buona, anche se non molto larga.

Si devono passare 5 gallerie modernissime e ben illuminate, tutte però con la possibilità di passare esternamente sulla vecchia strada (abbiamo optato, tranne che per la prima, sempre il passaggio esterno): si arriva quindi al Bivio con la Val Marebbe (quella che porta al Passo Furcia e al Plan de Korones) e si prosegue ancora per alcuni km, sempre su vallata stretta, lungo la Val Badia.

Ad un certo punto la vallata si apre e si giunge al paese di Piccolino, dal quale si diparte la salita per il Passo delle Erbe: abbiamo già percorso 50 km, ed ora arriva la prima vera salita della giornata.

La salita è dura fin dai primi metri, ci si alza subito con pendenze intorno al 12% e si ammira  così il panorama di una valle verdissima, nella quale il sole, che sbuca saltuariamente da un cielo nuvoloso, ne risalta i colori.

Sono i primi tre km decisamente duri, fra prati verdissimi e piccoli paesi (S. Martino in Badia) nel quale risalta il Castello con il suo vistoso campanile: finalmente la pendenza scende di alcuni punti, intorno al 7 / 8%  e si può così cominciare a respirare un po’  con alcuni tornanti che sono sempre i benvenuti in questi casi.

Dopo i primi 5 km di salita la strada improvvisamente spiana e quindi per 2,5 km scende in una nuova  vallata:  la strada è bella larga e ben tenuta, ma la cosa più spettacolare sono sicuramente i prati, verdissimi e tenuti in modo perfetto, quasi fossero un campo da calcio.

Purtroppo le cose belle hanno breve durata, e la strada che ritorna a salire ce lo ricorda subito.

Dopo un primo km di salita pedalabile, si giunge in centro al paese di Antermoia: la strada si restringe e soprattutto si impenna ben oltre il 10% (12, 14 ?).

Si entra nel bosco e la salita non darà più tregua fino allo scollinamento: sono 6 km molto duri con pendenze sempre fra il 10 ed il 12%, con poche possibilità di recupero, con pochi tornanti e la strada che presenta sempre brevi rettilinei a cui seguono solo piccole curve.

Si giunge così, dopo quasi 16 km di salita,  al Passo (m 2004): il passo presenta solamente un albergo ed un rifugio (lo si raggiunge attraverso uno sterrato) ed è un buon punto di partenza per le escursioni di alta quota.

Di panorami purtroppo non ne abbiamo visti molti: il cielo è sempre rimasto nuvoloso, e le nubi ci hanno offuscato i panorami, soprattutto nella parte finale.

Il Passo si trova a ridosso del Sass Putia, del Gruppo Dolomitico delle Odle, ma purtroppo l’immagine l’ho vista solo in cartolina……

Non abbiamo mangiato nulla, e dopo una pausa di 5 minuti abbiamo intrapreso la discesa, sul lato opposto, verso la Val di Funes: la strada è molto stretta, ben tenuta e scende attraverso montagne e vallate completamente desertiche dominate dal silenzio e da foreste di pini.

Si oltrepassa  un primo bivio verso la Valle di Luson, poi la strada per 2 km sale leggermente, quindi ritorna a scendere: qui troviamo un piccolo Maso/rifugio è ci fermamo a mangiare un bel panino con lo speck ed una fetta di strudel.

Il cielo si è fatto un po’ più terso, ma ci viene assicurato che, almeno per il momento non pioverà, solo verso serà ci dicono: la vallata in cui ci troviamo è completamente deserta, il silenzio è assoluto, pochissime macchine in transito, e la maestosità delle montagne e delle sue vallate è impressionante.

Dopo una pausa di mezz’ora ci rimettiamo in cammino (in discesa): poco dopo oltrepassiamo il bivio per la valle di Eores, e noi proseguiamo sempre verso la Val di Funes. La strada, sempre stretta, con rarissime macchine, è semplicemente bellissima: dapprima nel bosco, poi improvvisamente si sbuca dall’alto dominando tutta la Val di Funes.

Qui la discesa diventa molto ripida, e bisogna fare un po’ di attenzione per la velocità e per la strada, che più che una strada sembra un sentiero di montagna asfaltato.

Al termine della lunga discesa si giunge al paese di S. Pietro di Funes: qui si sbocca in una strada che sembra larghissima e decidiamo di provare a raggiungere, con la seconda salita della giornata il Rifugio Zannes, che raggiunge il cuore del Parco Naturale Puez-Odle.

Sono 9 km di salita, la strada è molto larga per i primi 3 km e un po’ più stretta per gli ultimi 6: si parte da quota 1150 e si raggiungono i 1685. I primi 3 km sono abbastanza agevoli, poi, raggiunto l’abitato di S. Maddalena, la strada cambia pendenza e si sale costantemente a 2 cifre: la strada è bella non ha alcun strappo impossibile, ma sale sempre e si alza, dapprima con alcuni tornanti sulla vallata, e poi con un lungo rettilineo si inoltra verso il Parco.

Qui però il tempo cambia, il cielo si è fatto scuro ed i primi tuoni, avviso del temporale e della pioggia, si avvicinano: Severino decide comunque di arrivare alla meta (!) e ci arriviamo, per fortuna che gli ultimi due km sono abbastanza agevoli.

Qui la strada muore, diventa sterrato, c’e un bel parcheggio per auto ed autobus, e da qui si parte per le escursioni verso il rifugi del Parco: purtroppo come per il Passo delle Erbe, per vedere i panorami dobbiamo accontentarci delle Cartoline.

Appena arrivati, neanche il tempo di vestirci e di girare le bici, che il temporale si scatena:la discesa è stata una odissea, fra l’acqua che cadeva dal cielo è quella presente sulla strada – a volte in forma di torrenti – che scendeva dalla montagna. Piano piano siamo riusciti a raggiungere i paesi della Valle (S. Pietro): per fortuna che il temporale ce lo siamo lasciati alle spalle ed ora piove poco.

Si continua a scendere attraverso la parte finale della valle, sempre sotto una debole anche se gelida pioggierellina: strada interminabile, tante curve, ma nessuna galleria, finchè siamo sbucati nella valle dell’Isarco, a sud di Bressanone.

Qui abbiamo ripreso la strada Statale della Pusteria e ci siamo diretti verso Bressanone, 6 km sempre sotto la pioggia, per poi arrivare finalmente all’auto dove ci siamo con calma asciugati e poi cambiati.

 

In totale abbiamo percorso 120 km per un dislivello di 2000 metri: il giro è sicuramente bellissimo – con il sole sicurametne molto più bello dal punto di vista dei panorami – anche se come incognita ha sicuramente il tratto dei 40 km della Statale Brennero / Pusteria.

Il giro lo abbiamo concluso alle 15,40, e siamo rietrati con calma verso casa (l’autostrada era decisamente trafficata con traffico in alcuni tratti lento) con una breve sosta in Autogrill.

Alle ore 19,15 siamo finalmente giunti a Cittadella, concludendo così una bellissima e dura giornata di fine Agosto, ultimo giorno di ferie sia per me che per Severino.

 

Giuliano

 

Cittadella, 27 agosto 2010